La poesia delicatissima che si fa racconto nei paesaggi della memoria, sovente collegati al Po e ad altri fiumi, al lago di Garda e alla splendida realtà del territorio versiliese, è evidenziata con amore immenso, nel buon incedere pittorico che ha come filo conduttore un percorso da scoprire, riscoprire o recuperare.

Per capire e accettare in pieno il suo dipingere, occorre tuttavia risalire ancora "a valle", cioè a quelle che possiamo definire "frequentazioni di paesaggio", radici natie, stati d'animo diversi per la matrice che converge costantemente rielaborata e non copiata, nella sua psicologia d'artista.

Il Po con le sue suggestive anse, i grandi spazi e la coltura dei pioppi, le nebbie azzurrine, perlacee e sottilissime, che talvolta avvolgono le cave per l'escavazione della sabbia, entrano nella sua tela e nelle carte pregiate che diventano una sorta di rettangolo magico, aderendo ad un'impostazione che taluni hanno definito chiarista, trovandovi certe affinità con il pittore Lilloni.

Le "gocce d'acqua" che formano quel suo mare proposto dopo la tempesta, con sulla riva il grande straccale, evocano un elemento amato e approfondito a più riprese da molti artisti, come il mantovano Renzo Margonari, nei cui confronti Bruna Nizzola nutre una profonda stima.

Acqua del Massaciuccoli, del Po o del Garda, non importa, ma "acqua" che diventa riflesso d'argento e blu incantato, trasparenza di nebbia mattutina a Borgoforte, segnale di quiete alla base di cento pioppete, ma soprattutto fondamento e tramite d'un incedere felice, per proporre continuamente una chiarezza interiore, che diviene proposta di serenità rinnovata e fiducia nel futuro.

Lodovico Gierut
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D'acqua e di colore